Che cosa fa un ecomuseo?
Impegno sul lungo periodo
Un ecomuseo fa tante cose.
Lavora per e sul territorio. Lavora per e con la propria comunità. Propone iniziative e attività, con il compito di fare da ponte fra generazioni, culture, sensibilità e esigenze diverse.
In particolare, l’Ecomuseo della Segale:
Mette in moto
L’Ecomuseo della Segale ha fatto da catalizzatore di idee e di energie, dando concretezza al desiderio diffuso nelle comunità alpine della Valle Gesso di trasmettere i propri valori. Si è così riacquistato, nel corso di anni di lavoro insieme, un orgoglio di appartenenza per lungo tempo sopravvissuto solo all’interno di piccole minoranze: adesso c’è voglia di fare, voglia di mostrarsi.
Offre mezzi e competenze
Uno dei rischi dei processi di recupero della cultura locale è quello di farne uno stereotipo folkloristico o una moneta fasulla da spendere sul mercato turistico, che negli ultimi anni si è orientato sempre più verso un interesse alla riscoperta dei beni culturali, anche in ambito alpino. Le professionalità messe a disposizione dal Parco hanno accompagnato e incoraggiato le spontanee operazioni di recupero, senza forzarle né pilotarle, ma mantenendo vigile l’attenzione per evitare banalizzazioni e standardizzazioni.
Fa rete intorno all’ecomuseo
Si è formato nel tempo un gruppo di collaboratori e di volontari, variegato per quel che concerne l’età, l’estrazione sociale e le competenze professionali, ma compatto rispetto all’amore per la propria terra, alla voglia e alla curiosità di riscoprire il passato e le tradizioni, e alla molta disponibilità a collaborare. Un ecomuseo ha bisogno di tempo per lavorare e per stabilire dei rapporti di reciproca fiducia con le persone, gli enti, le organizzazioni e associazioni che abitano un territorio. È un lavoro delicato, leggero, intenso e mai invadente, che va a stabilire una trama di relazioni che è la condizione di una valorizzazione del territorio che sia condivisa e non imposta.
Fa conservazione e rinaturalizzazione del patrimonio ambientale
L’Ecomuseo ha concentrato la sua attività nelle immediate vicinanze del nucleo di Sant’Anna, con interventi di di pulizia e manutenzione di sentieri nonché di sfalcio e di pulizia di terreni abbandonati, finalizzati anche al mantenimento di prati minacciati dall’avanzata degli alberi e degli arbusti.
Fa conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale
L’Ecomuseo ha realizzato interventi strutturali di conservazione e valorizzazione del patrimonio materiale locale ben visibili a tutti, residenti e visitatori. La piccola frazione di Sant’Anna è stata riordinata e valorizzata, con la costruzione di una vasta area per manifestazioni all’inizio del paese, con la riapertura del negozio-bar I Bateur al centro dell’abitato il negozio e con l’inaugurazione del Museo della Civiltà della Segale, di un forno a legna comunitario, di un lavatoio e di uno spazio coperto per mercato e incontri. Intorno all’abitato sono stati rifatti alcuni tetti in paglia di segale ed è stato allestito l’itinerario tematico Lo Viòl di Tàit.
Fa ricerca
L’Ecomuseo ha promosso l’indagine della storia e dei saperi locali, tramite interviste agli anziani: una vera e propria operazione di antropologia alpina d’emergenza che ha permesso di raccogliere e salvare un patrimonio di testimonianze di grande valore storico e culturale.
Fa didattica
L’attività condotta con le scuole della valle è continua e ha contribuito al processo di riappropriazione del territorio da parte di bambini e ragazzi. Con il progetto “Adotta un campo di segale”, nel quale i ragazzi hanno seguito la diverse fasi di coltivazione del cereale, si è cercato di ricreare un contatto che anche nei paesi di montagna si è progressivamente perso tra le giovani generazioni e la terra e le attività a essa legate. Un corso di organetto, strumento tradizionale della musica occitana, è diventato talmente popolare da essere diventato a sua volta “tradizionale” all’interno del normale orario scolastico: si tratta probabilmente di un caso unico in Italia.
Fa formazione
In collaborazione con l’associazione Ecoturismo in Marittime, che raccoglie al proprio interno oltre al Parco i cinque comuni dell’area protetta e una quarantina di operatori turistici, particolare attenzione è stata rivolta alla formazione in generale dei gestori di attività di accoglienza rispetto alla conoscenza del territorio, in specifico dei ristoratori per l’utilizzo di prodotti locali e la preparazione di piatti tradizionali.
Il risultato è stato… gustoso: la rassegna “Tuma&Bodi” (“Formaggio&Patate”) è stata riproposta con grande successo in più edizioni. Di recente è stato attivato il corso “Ecomuseo, Scuola, Territorio” per i docenti degli istituti scolastici locali, all’interno del quale sono state realizzati incontri con specialisti di progettazione didattica e visite ad altre realtà ecomuseali regionali.
Fa sviluppo locale e sostenibile
L’Ecomuseo si è fatto promotore, tramite specifici incentivi, della coltivazione in valle della segale e della lavanda. Con l’associazione “Ecoturismo in Marittime” si sono ricercate forme di contatto diretto tra servizi commerciali e ristoratori da un lato e coltivatori dall’altro, nonché di promozione congiunta della filiera corta di quei prodotti, dalla patata ai formaggi, dal miele ai piccoli frutti, che più caratterizzano l’offerta locale.
Nel 2000 su iniziativa dell’Ecomuseo è stato poi riaperto l’unico esercizio commerciale di Sant’Anna, I Bateur, dopo che per anni la piccola frazione aveva dovuto fare a meno di un servizio indispensabile per la sopravvivenza. Oggi I Bateur è un punto di ritrovo di fondamentale importanza per i residenti prima ancora che per i visitatori.
Fa festa
La Festa della Segale, l'ultima domenica di agosto, rappresenta non solo il più importante momento di animazione locale organizzato dall’Ecomuseo, ma uno dei più seguiti in assoluto tra quelli proposti in Valle Gesso. Vi partecipano alcune migliaia di persone. Anche due manifestazioni di più recente realizzazione, il Carnevale dell’Orso di Segale e la Festa della Lavanda, hanno dimostrato fin dalle prime edizioni di saper richiamare un buon numero di persone interessate, ma soprattutto di poter contare su un buon coinvolgimento dei residenti.
Fa animazione
Serate dedicata alla cultura alpina e non solo, presentazioni di libri, mostre e laboratori di panificazione e di erboristeria che trasformano in azione le tradizioni e i saper fare locali: l’animazione dell’ecomuseo sono le Marittime che si raccontano.