80 giorni di sonno, poi l’oracolo e il Carnevale

A cura di Fulvio Romano

L'Orso di Segale osserva il cielo nella notte tra il 1° e il 2 febbraio | Archivio APAM

Ogni anno, l’11 di novembre, Valdieri festeggia il suo santo patrono: San Martino. La festa – che corrisponde con la data di scadenza dei contratti agrari, la fine delle semine e il principio del buio – precede di quaranta giorni il Solstizio invernale.

La quarantina: un ciclo lunare e mezzo

La scansione dei quaranta giorni, o quarantina, è il ritmo di una lunazione e mezza dettato dalle strategie agricole contadine, fondate sulla convinzione che solo il cambio della Luna, sancito dopo sei settimane, possa mutare il tempo. Un calendario rituale contadino1 che ha preceduto nell’Europa dei campi i vari ricorrenti tentativi di normare il tempo civile con il corso del Sole o di formalizzare quello religioso con il succedersi dei Santi cristiani.
Una partizione, quella della quarantina, che può essere ampliata: quaranta giorni prima di San Martino c’è San Michele Arcangelo, 29 settembre, che, oltre a pesare le anime, proclama la svolta dell’equinozio autunnale. Al capo opposto, quaranta giorni dopo San Valentino, il 25 marzo, c’è l’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria, che, insieme all’arrivo del Salvatore, annuncia l’Equinozio di primavera.


L’oracolo dell’Orso di Segale

Con San Martino inizia invece il letargo invernale. Ne è simbolo il rintanarsi, proprio all’11 di novembre, dell’Orso di Segale nella sua barmo, in attesa del risveglio che avverrà ottanta giorni dopo, tra Sant’Orso (1° febbraio) e la Candelora (2 febbraio): notte fatale per stabilire la fine dei freddi, le date del Carnevale e della Pasqua, l’inizio della bella stagione. Infatti, secondo la tradizione diffusa in tutta Europa, se l’Orso uscendo dal letargo a mezzanotte vede il cielo “chiaro” (per la presenza della Luna Piena - luna vecchia), tornerà mesto sul suo giaciglio perché l’inverno durerà ancora 40 giorni. Se lo vede “scuro” (perché c’è la Luna Nera - luna nuova) uscirà invece ad annunciare la primavera.2



1 P. Grimaldi, Il calendario rituale contadino, Milano, 1995
2 Secondo Claude Gaignebet, l’Orso esce dal letargo per raccordare il calendario solare a quello lunare: “Si la lune est pleine, la fin de l’hiver, c’est-à-dire Carnaval, n’arrivera que 40 jours plus tard, en nouvelle lune. En effet, compter par périodes de un cycle lunaire et demi c’est, partant d’une nouvelle lune, parvenir à une pleine lune, et inversement. Or, qu’est-ce que Mardi Gras sinon la dernière Nouvelle Lune d’hiver, puisque cette fête est située 40 jours avant Pâques? Or, qu’est-ce que Pâques, sinon, par définition, la première Pleine Lune de printemps?"( C.Gaignebet, Carnaval, Paris, 1974, p.29).
A sua volta, Piercarlo Grimaldi : “La luna predice l’inizio e le fortune dell’annata agraria. La cultura folclorica indica nel due febbraio la data chiave che governa tale sistema calendariale. In questo giorno “di marca”il contadino osserva il cielo e, a seconda della fase lunare presente, prevede l’arrivo incipiente o tardivo della primavera.” (P.Grimaldi, Il calendario rituale contadino, Milano, 1995, p. 44.